Radio – 1090x720

Intervista a Chiara Persia

Chiara Persia ci accoglie nella sua casa romana piena di libri. Librerie di legno chiaro, arredo essenziale ed elegante. Alle pareti poster di film, fotografie di attori e attrici. Si respira cultura.

Industria – Come sta l’industria culturale in Italia? Se la passa male?

Chiara Persia – A mio avviso sì. Altrimenti se la passerebbe meglio il Paese. Questo è un Paese che è stato, soprattutto negli ultimi 20 anni, deprivato del sostrato culturale in tutti i campi e in tutti i settori. Viene detto che chi ha un bagaglio culturale è “pesante”. Anche io mi sono sentita dire che divento pesante nel lavorare se metto a frutto e se faccio riferimento al bagaglio culturale che ho alle spalle. Dare l’immagine della cultura come pesantezza penso che sia una cosa perdente per qualsiasi Paese, per qualsiasi civiltà.

Industria – Tu hai lavorato a numerosissime trasmissioni televisive e radiofoniche. Secondo te i media tradizionali (radio/tv) sono ancora in grado di costruire profondità culturale?

Chiara Persia – Lo sarebbero se dessero spazio a nuove persone e a nuovi linguaggi. Ma quando dico nuovi linguaggi non mi riferisco ai nuovi media, come spesso pensa chi ha il potere in radio e in televisione. Mi riferisco proprio al linguaggio, al modo di parlare di certi argomenti, al modo di proporre certi argomenti, alle facce che propongono certi argomenti, alla gestualità con cui si propongono certi argomenti. È chiaro che se si consegna il linguaggio al professorone anziano in giacca e cravatta seduto sulla poltrona,  di fronte a una scrivania di legno possibilmente scuro, come scura è la libreria alle sue spalle, diventa poi difficile da recepire qualsiasi messaggio culturale divulgativo. Se il tutto viene colorato, secondo me c’è moltissimo spazio per fare…
Industria – Che ne pensi di Facebook e dei Social Network? Solo un gioco delirante o c’è spazio per la comunicazione dei saperi?

Chiara Persia – Come tutti gli strumenti a disposizione dell’uomo, dipendono dall’uomo. Se si usano per guardare il proprio ombelico, siamo ai limiti della psicopatologia. Se invece si usano per condividere passioni, riflessioni, curiosità, interessi, allora ben vengano i Social Network.

Industria – Come grande lettrice e appassionata di letteratura, come vedi il mercato editoriale italiano? Troppi libri di cucina trendy?

Chiara Persia – Sì, troppi libri di cucina trendy, troppi libri scritti male, troppi libri scritti da personaggi famosi che non hanno niente da raccontare se non la loro piccola esperienza e la loro piccola esistenza. Purtroppo questi sono i libri che vengono pubblicizzati di più e che quindi vengono poi acquistati di più.

Industria – Tre scrittori contemporanei sottovalutati?

Chiara Persia – Michele Mari, Daniele Del Giudice e Romana Petri. Sono tre grandissimi scrittori, tre persone che fanno letteratura, tre persone che finiranno nelle antologie dei nostri nipoti.

Industria – Tre scrittori contemporanei sopravvalutati?

Chiara Persia – Direi l’ultimo Baricco, qualche libro di Erri De Luca e Valeria Parrella. Anche per Erri De Luca, gli ultimi libri: mi sembra che lui giochi un po’ di manierismo, mi sembra cioè che lui scriva alla Erri De Luca…

Industria – Tu non sei un architetto e neanche un critico d’architettura. Noi architetti e critici d’architettura abbiamo, purtroppo, la tendenza a parlarci addosso senza neanche capirci. Per questo è interessante –oggi– chiedere pareri di architettura a chi –come te– fa un altro mestiere.

Veniamo alla domanda: è da poco scomparsa Zaha Hadid, celebre archistar irachena. Secondo te la sua architettura è un groviglio caotico di linee kitsch o rappresenta una nuova avanguardia radicale?

Chiara Persia – Da persona che ha visto le cose che ha fatto e che ha visto quello che ha fatto qui da noi in Italia, a me piace molto. Perché penso che l’architettura sia un campo dove la sperimentazione è quasi un dovere morale. Se non si sperimenta nel costruire, nell’ideare spazi, dove altro si può sperimentare?

Industria – La Hadid riusciva comunque a costruire scenari futuristici e nuove visioni d’architettura proiettate nel domani. Quindi secondo te è una strada da percorrere?

Chiara Persia – Secondo me sì. Altrimenti, con tutto il rispetto possibile, si resta alle cupole del Brunelleschi che sono simbolo di perfezione ma non sono l’unico simbolo possibile; sono arrivate fino a noi ma noi possiamo aggiungere altro.

Industria – Letteratura e architettura, dal realismo alla fantascienza. Come fa la letteratura a costruire nuovi immaginari di architettura?

Chiara Persia – La letteratura è fantasia, è il fantastico, anche quando lo scrittore scrive di sé stesso, anche nei libri più autobiografici, non è mai vero, non c’è mai tutta la realtà e c’è sempre una parte di sogno, di invenzione. Quindi secondo me quella è la parte dove si incontrano la letteratura e l’architettura. Poi tutti i libri sono luoghi e quindi sono architettura.

Industria – Cosa pensi del termine “archistar”? In letteratura contemporanea non esiste il termine “scrittorestar” o “starscrittore”. Forse architetti e critici di architettura in Italia si prendono troppo sul serio?

Chiara Persia – Sì, secondo me sì. Visto che è un neologismo coniato solo per questa categoria, lo trovo vanaglorioso. Con un termine desueto, invece di archistar io li chiamerei vanagloriosi.

Industria – Urbanistica e architettura, binomio indissolubile per rilanciare il nostro Paese. Ma se è così importante, perché non moltiplicare le trasmissioni radio televisive su questi temi? È cosi difficile far capire ai dirigenti che senza architettura e disegno urbano non c’è futuro?

Chiara Persia – No, è difficile far capire a chi tiene il potere dei mezzi di comunicazione che la bellezza salverà il mondo. Se noi facciamo, ognuno nel proprio campo, qualcosa per rendere più bello il mondo, siamo assolutamente degni di essere raccontati, di essere conosciuti, di essere apprezzati; degni di suscitare curiosità in chi non ci conosce. Se però manca l’assunto iniziale –e se il bello cioè è solo un bel corpo in TV– allora è difficile poi arrivare a questi concetti.

Industria – Quali libri di letteratura contemporanea consiglieresti a un architetto?

Chiara Persia – Difficile. Il più scontato chiaramente è il Calvino delle Città invisibili. Poi penso, ad esempio, a un libro meno conosciuto che si chiama “La vita, istruzioni per l’uso”, non recentissimo, di Georges Perec. Perec era uno scrittore che apparteneva all’Oulipo, raggruppamento a cui appartenevano scrittori come Queneau e anche il nostro Calvino. È morto giovane, non è arrivato ai cinquant’anni; per vivere faceva gli schemi di parole crociate. Una volta morto hanno iniziato a pubblicare i suoi romanzi. “La vita, istruzioni per l’uso” mi fa sempre pensare all’architettura perché è la storia degli abitanti di un palazzo ed è come se al palazzo fosse stata tolta la facciata; come se si vedessero tutti gli interni. Come gli architetti sanno, gli interni non sono fatti consequenziali in un palazzo: ci può essere la cucina dell’anziano vedovo accanto alla camera da letto della giovane studentessa. E quindi questo modo di raccontare la vita di un palazzo mi ha sempre fatto pensare al fatto che sia un libro adatto agli architetti. È un libro importante, un libro difficile, non è un libro da spiaggia però è un grandissimo libro.

______________________

Chiara Persia (Radio Rai) – Autrice e curatrice di trasmissioni radio televisive tra cui Atlantis e Black Out (Rai – Radio2), Radio3 Suite e Appunti di Volo (Rai – Radio3); Eppur si muove con Beniamino Placido e Indro Montanelli (Rai3), Fantastico ’90 (Rai1), Serata d’Onore (Rai2), Arriva la cicogna​ (Canale5). Si è occupata e si occupa di comunicazione culturale, sociale e istituzionale.

[Intervista a cura di Marco Maria Sambo]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito, oltre a cookie tecnici che sono usualmente presenti nei siti, può contenere, come buona parte dei siti, cookie di profilazione di terze parti (per esempio da Facebook, Youtube, Google Analytics). Chiudendo questa finestra, dai il tuo consenso alla loro possibile installazione. http://www.aboutcookies.org/

Questo sito, oltre a cookie tecnici che sono usualmente presenti nei siti, può contenere, come buona parte dei siti, cookie di profilazione di terze parti (per esempio da Facebook, Youtube, Google Analytics). Chiudendo questa finestra, dai il tuo consenso alla loro possibile installazione.

Chiudi